Notte,
guardo lo schermo,
che stà immoto,
e attende se lo accendo o lo spengo;
come un bambino disattento,
pronto a voltarsi,
e a fissarmi indifferente;
guarderò la tele oppure no,
non so, la notte mi sfugge,
mi circonda,
mi pervade,
con le sue ore piccole,
che sembrano durare
un eternità,
e non passare mai;
le tre,
o forse di più,
la notte mi apre le braccia,e mi accoglie,
nel suo antro oscuro,
di rumori soffocati,
di gente che russa,
di luci fioche dei lampioni,
e strade deserte e spopolate,
dal freddo,
e la brina che riga le macchine,
con l’erba bagnata,
e un silenzio sepolcrale;
questa è la notte,
e il suo mondo,
e io ci sono dentro,
con il mio sonno fuggito.
Inedita @Stefano Medel dicembre 2011