Se tu venissi ad ascoltare la mia pena
avresti un posto in prima fila.
Ti guarderei negli occhi e poserei ai tuoi piedi
i miei grumi, ormai fossilizzati.
Userei le mie corde vocali come un’arpa
e troverei gli accordi giusti
per vibrare le note dell’antica cantilena.
Anche se ormai le muse dormono
e il mio canto inutile.