I giorni della vergogna
così io li ricorderò
in queste righe.
Ero già nato quando
e da quei luoghi mio padre
con altro uomo al braccio
eran fuggiti.
Giorni per una lunga marcia
sfuggendo neri segugi
che invano li braccava.
Nella sua casa or giunto
dopo una forte sbronza
tre giorni e notti
nel sonno sprofondò.
E a suoi racconti ad occhi lucidi
avevan intorno a se orecchi increduli
che non volean sentire.
Di volta in volte
mi guardavo addosso
avessi mai avuto
un pigiamino a strisce
come quelle innocenti creature.
Somme di crudeltà sentivo
e raccoglievo.
Le nostre privazioni e mancanze
erano effimere
a quel confronto.
La guerra pensai un attimo
… No anche si brutta
quella non è la guerra
quella è la fuga dalla mente
della ragione.
Dilirio collettivo
di cervelli bacati che a stento
faccio fatica a comprendere
siano realmente esistiti.