Come un uccello chiuso in gabbia
lecco le mie bagnate penne
e guardo fuori un mondo
che più non mi appartiene.
Troppi dolori mi han segnato il cammino
e troppe lacrime han fermato il mio passo,
le braccia mie abbandonate e stanche
nascondono pugni serrati dalla rabbia.
Tutto mi han tolto con indifferenza,
più niente dei miei giorni assolati,
copre tutto la nebbia bagnata del mio pianto.
In questa prigione il mio vivere ormai
e qui nascondo gioie lontane e sogni perduti
e speranze morte,infrante da tanto,
qui aspetto una mano pietosa
che liberi me e il mio pianto
e la mia nostalgia e il cercarti ,ormai lontano
e il non trovarti,
che soffochi il mio desiderio di te,
figlio mio e il mio canto morto,
che urlo nel silenzio del mio incedere stanco ...
Maria Teresa Manta @inedita luglio 2011