ahi quanto penar
il doloroso addio mi fa
gentil anima del
mi mare
sorella da freschi crini
fratello da schiumosa chioma
cingo di fede
l'amara Spé
che ancora viso veggia il sol
del tu tramonto
allor chel carro affonda
il passo
ad un sì profondo abisso
il viaggiatore stride
nel ciel terso
dall'ali
riflessi del divino
piomba tra li flutti
come di venefico dardo
ma di mortal segno
nulla s'ode
non fosse per l'amaro saluto
sull'orlo dello spirto
quasi libero
che mette un nuovo punto
del tempo d'un altro
ahimè
sconsolato inverno
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