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La Vita Perduta Vincenzo Giusepponi 12/12/2014

LA VITA PERDUTA

Il telefono sul comodino cominciò a squillare incessantemente e il Tenente Smith, della 4° squa dra omicidi di San Francisco si svegliò bruscamente alle 02:00 del mattino. – “Tenente, sono il sergente Addam. Mi spiace per l’ ora, ma abbiamo trovato il corpo senza vita di una giovane donna, apparentemente uccisa. Il Capitano ha incaricato lei delle indagini e così l’ ho dovuta svegliare.” – “Va bene, va bene, sergente, solo il tempo di infilarmi nell’ impermeabile e sarò da lei. Ah, a proposito non mi ha detto l’ indirizzo dove è stato trovato il cadavere”. – “Deve venire al numero 9.454 della quattordicesima strada, quarto piano, interno due. Il medico legale deve ancora arrivare. L’ ho avvertito poco fa”.

Parcheggiata la sua auto privata lungo la quattordicesima strada, davanti al numero 9.454, notò l’ auto del medico legale dall’ altro lato della via e lui che entrava nel portone del condominio.
“Salve dottore. Saliamo insieme le scale, così parliamo un po’ di questo caso”. – “Se vuole … Ma ne so’ quanto lei, per adesso. Sentiamo cosa ha da dirci il suo Sergente”.
Il corpo esanime della donna giaceva supino a terra, nel suo appartamento, e il sergente disse: “L’ inquilino della porta accanto si è svegliato all’ improvviso udendo le urla disperate della vicina. Aveva appena aperto l’ uscio del suo appartamento e ha visto un uomo scappare uscendo dell’ appartamento della giovane donna. Ripresosi dallo spavento si è precipitato nell’ appartamento di fronte e ha visto la donna morta a terra in un lago di sangue. Così è rientrato in casa e ci ha chiama ti. Il Capitano ha mandato me con altri due agenti e mi ha detto di telefonarle, e anche al medico legale e alla scientifica”. Il tenente, visto che il medico legale aveva ancora un po’ di tempo per finire di esaminare il cadavere, chiese del vicino che era stato testimone oculare e lo interrogò informalmente. Prese i suoi appunti sul suo notes e rientrò per parlare col Coroner. – “Dottore, mi sa dire qualcosa sul caso ?” – “ll delitto è stato commesso verso l’ una e trenta. La donna è morta apparentemente per tre ferite di arma da taglio al ventre, al petto e al collo. Ci sono segni di colluttazione, ma non è stata violentata. Le saprò dire qualcosa di più dopo l’ ispezione cadaverica all’ istituto. Io finito”. – “Grazie dottore, mi soffermerò a investigare nell’ appartamento per vedere se trovo qualcosa di utile. La Scientifica sta’ continuando il suo lavoro e credo che finirà come sem-pre dopo di me”.

Era ancora buio, e le strade di Frisco erano semi deserte, quando l’ auto del Tenente si fermò vici
no alla centrale di polizia. Sedutosi alla sua scrivania chiamò un agente e si fece portare un caffè. Poi iniziò a copiare su qualche foglio grande i suoi appunti del delitto. Telefonò alla moglie per dirgli che il caso era aperto e che forse non sarebbe tornato a casa per il pranzo. Rileggendo sui fogli i suoi appunti sull’ appartamento, le risposte dell’ unico testimone e il primo giudizio del Coroner, Smith ragionava tra se: “Forse si tratta di un omicidio per rapina perché alcuni cassetti di una scriva nia erano gettati a terra e il contenuto sparso sul pavimento. Nella stanza è stata trovata la borsetta della donna e pare non manchi nulla, comprese due carte di credito. Nessun atto di libidine o violen za carnale è stato commesso e forse, dopo aver chiesto il portafogli, la donna ha gridato e l’ assassi no, allarmatosi, l’ ha uccisa e poi è fuggito. I suoi parenti più prossimi li ho già avvertiti e interroga ti prima di venire in centrale e pare che non avesse nemici. Aveva avuto un fidanzato, ma poi si erano lasciati ed erano rimasti amici. Interrogherò anche lui, anche se è dall’ altra parte della città. Lavorava come cameriera in un fast-food vicino casa sua e il sabato sera era solita andare a ballare in una discoteca della tredicesima strada con alcune sue amiche. Interrogherò anche loro.”
Si alzò dalla sua scrivania e mise al corrente il sergente dei suoi pensieri. Poi uscì e andò a inter-
rogare l’ ex fidanzato della ragazza. Sembrava una persona molto per bene e pianse quando seppe della morte della sua ex. La vedeva molto raramente, ma erano in buoni rapporti. Era stata lei a lasciarlo perché diceva che non era il suo uomo ideale. Era una ragazza moderna e spigliata e aveva preferito lasciarlo anziché sposare un uomo di cui non era innamorata. Anche secondo l’ ex fidanzato lei non aveva mai avuto nemici. Era un tipo simpatico e non cercava guai.
Appena il Sole permise di spegnere la luce dei neon, entrò in Centrale il testimone oculare, scor-tato da due agenti, per deporre formalmente e poter farsi descrivere meglio il sospetto e fare un identikit al computer della Polizia.
L’ uomo era di corporatura media, capelli brizzolati, jeans e giubbotto di pelle nera, età apparen
te sui 40-50 anni. Di lì a poco arrivarono le tre amiche con le quali di solito usciva il sabato sera.
“Non ha mai fatto male a nessuno, Capitano, glie lo giuro. Non meritava di morire così. Il sabato sera a volte conoscevamo qualche ragazzo della città, con i quali parlavamo in discoteca e a volte ci davamo appuntamento per la domenica dopo. Lei però, dopo che si era lasciata col fidanzato, voleva riflettere per un po’ di tempo prima di mettersi con un altro.” – “Sono solo Tenente signorina. Grazie comunque per la testimonianza. Dunque non aveva conosciuto nessun nuovo ragazzo o uomo alla solita discoteca. Ma qualcuno lì dentro avrà pure conosciuto se i ragazzi che lì vanno il sabato sera sono quasi sempre gli stessi, anche prima di fidanzarsi.” – “Ne conosciamo qualcuno, ma non tutti bene, però non credo possano sapere qualcosa per le indagini Tenente. Comunque posso darle i nomi e di qualcuno anche l’ indirizzo. Sono tutti di qui, della città e periferia.”
Non era ora di pranzo e andò all’ istituto del Coroner per sapere qualcosa in più sul delitto. – “Secondo l’ ispezione cadaverica e l’ autopsia le coltellate sono state tre e violente. La vittima ha cercato di lottare ma il suo assassino era più forte di lei. Infatti l’ ha anche picchiata selvaggiamen te. Probabilmente era un uomo, data la forza. Corrisponde alla descrizione del testimone”. – “Si dottore, corrisponde proprio, ma a questo penserò io”.

Smith si congedò dal Coroner e andò al suo ufficio e chiamò il Sergente Addam per sapere se nell’ archivio digitale della Polizia aveva trovato qualche criminale già schedato che corrispondesse all’ identikit fatto poco prima. – “Ho trovato almeno quattro uomini che gli assomigliano, ma solo uno di essi è quasi uguale. Ho stampato le loro schede informative con le foto scattate al momento dei loro arresti. Ovviamente ora sono tutti e quattro in libertà, perché altri due che gli assomigliano sono ancora al fresco e non possono essere stati loro. Ho controllato che non abbiano avuto permessi di sorta ieri notte. Le impronte digitali dell’ archivio non possono essere utili perché la scientifi ca ha detto che l’ assassino indossava guanti di pelle economici e consunti. Forse aveva freddo per-chè non pare essere un professionista. Le schede sono qui e aspettavo lei per andare insieme a cercarli e interrogarli.
A proposito, il Capo della Polizia di Frisco ha telefonato al Capitano e gli ha detto che i giornali e le TV stamane parlano già del delitto e di come la Polizia ancora sappia troppo poco. E’ troppo presto per poter trovare qualcosa di utile, ma la Conferenza Stampa è fissata per le 11,00 di stamattina e credo voglia parlare lei con i giornalisti.” – “Si Addam. Come al solito è il detective che conduce le indagini a incaricarsene, anche se non dirò per ora tutto quello che so. Non voglio correre il rischio di allarmare l’ assassino, perché probabilmente anche lui leggerà i giornali della sera e vedrà il telegiornale del pomeriggio delle televisioni di San Francisco. Ora sono le 09:00, venga con me. Andiamo a cercare questi quattro schedati, iniziando da quello che assomiglia di più all’ identikit.”

In uno dei quartieri poveri della metropoli alcuni ragazzini giocavano a palla nella strada disse-stata, vicino a un parcheggio dove c’ erano 2 o 3 vecchie auto vecchie posteggiate e un camioncino che aveva conosciuto tempi miglioro. Non si vedevano bande di teppisti in giro e c’ erano pochi passanti e ancor meno auto in transito.

Così bussarono alla porta di un appartamento in uno squallido condominio – “Buongiorno. Chi siete e che volete ?” chiese una donna di mezza età ai poliziotti.
“Siamo della Polizia e vogliamo parlare con il signor Stick. Dovrebbe abitare qui” e mostrò alla donna il distintivo. – “Jim, vieni, ti cercano”. - “Buongiorno Agenti, cosa volete da me ? Ora rigo dritto.”
“Vogliamo solo farti qualche domanda. Possiamo entrare ?” – “Ma certo. Accomodatevi pure in cucina. Sa’, io e mia sorella siamo poveri e non ci possiamo permettere una casa più grande. Ho il lavoro che mi ha trovato il giudice quando sono uscito ma guadagno poco e mia sorella fa la casa-
linga. Sa, Agente, per uno uscito di galera non è facile trovare moglie, e poi non guadagnerei abbastanza per mantenere me, mia moglie e mia sorella.” – “Lei possiede per caso un giubbotto di pelle nera o un paio di jeans sbiaditi o indossa a volte guanti di pelle ?” – “Di jeans ne ho due paia, tutti e due blu, ma il giubbotto di pelle nera che avevo l’ ho buttato nella spazzatura ieri pomeriggio, perché era vecchio e un po’ strappato, e lo stesso ho fatto con i guanti che erano logori.”
Dopo molte altre comande i due Agenti lasciarono la casa e in macchina Smith disse al Sergente: “Se lei sapesse che è stato visto da un testimone conserverebbe in casa i vestiti indossati il giorno del delitto, Addam ?” – “Certo che no, Tenente. Aver buttato via quei vestiti può essere un chiaro tentativo di depistaggio.” – “Già, Sergente, ma ha notato che Jim Stick era nervoso quando ha risposto che il giubbotto e i guanti li aveva buttati via ? E’ un tipo nervoso e anche violento, secon-do quanto scritto nella sua scheda personale. Gli psichiatri della Polizia non possono aver sbagliato in una cosa tanto facile. Era stato arrestato per aver violentato due donne e di averle picchiate e rapinate. Si è preso pochi anni perché aveva pochi precedenti per furti e percosse fin da giovane. E’ nato e cresciuto in un ambiente purtroppo povero in cui la criminalità facilmente si nasconde, con-tando sul fatto che la Polizia di solito controlla poco quei quartieri. Ci sono anche bande di teppisti in quel quartiere, come dicono i rapporti degli Agenti in servizio da quelle parti. Anche Jim faceva parte di una piccola banda di teppisti da ragazzo. Poi da adulto è passato a compiere crimini più gravi ed è finito in manette per alcuni anni. Faceva anche parte di una piccola banda di delinquenti adulti, che però non erano immischiati nei crimini personali per i quali era stato condannato. Ora lui dice che non fa più parte di quella banda e riga dritto. Spero per lui che sia vero.”

“Voglio parlare con gli Agenti di quel quartiere che hanno la vigilanza periodica su quel sospet to, Sergente. Telefona in Centrale e fatti dare i nomi. Può darsi abbiano notato qualcosa.”
Così Smith parlò con i due Agenti che ogni tanto controllavano l’ ex detenuto, spesso senza farsi notare, e dissero che la sera tardi del giorno del delitto avevano visto Jim uscire di casa con un giubbotto di pelle nera, che indossava spesso, e da tempo. Aveva anche indosso un paio di Jeans rossicci scoloriti e aveva guanti di pelle nera alle mani. – “Perbacco Addam. Che colpo. Sono gli stessi vestiti che l’ assassino portava la notte del delitto nell’ appartamento della vittima. Sempre una donna. Non violentata ma rapinata e stavolta anche uccisa per non farla urlare e richiamare l’ attenzione dei vicini. Abbiamo già una prova importante e forse decisiva. I giudici non potranno derubricarla, perché potrebbe essere schiacciante. Inoltre c’ è l’ identikit che però non è preciso data la velocità dell’ assassino per fuggire.”

Così chiamò due pattuglie di Agenti della sua squadra e gli diede appuntamento alla Stazione di Polizia del quartiere povero. Appena i sei Agenti si ritrovarono negli uffici della Stazione, Smith spiegò loro e al Tenente del posto le sue scoperte e ciò che intendeva fare. Prima però volle sapere dal Tenente suo collega come era quella parte del quartiere. Se altri criminali abituali vivevano nel-le vicinanze di Stick può darsi sapevano qualcosa e comunque avrebbero forse tentato di aiutarlo, se lo avessero arrestato a sirene spiegate. I Poliziotti del luogo dissero che questa possibilità era diffici le che accadesse, ma era meglio non azionare le sirene. Due o tee auto blu ufficiali della Polizia e l’ auto privata di Smith sarebbero state sufficienti a incutere rispetto senza allarmare troppo.

Così Smith consegnò alla giustizia l’ assassino, solo il giorno seguente dell’ omicidio. Era un record per lui e ebbe un encomio solenne dal Capo della Polizia di Frisco. La stampa cartacea e le TV parlarono bene di lui e della Polizia locale e Smith, dopo una conferenza stampa serale tornò a casa dalla moglie per la cena e un meritatissimo riposo.

“Se Sick fosse nato e cresciuto in un quartiere più ricco e da un padre più onesto, probabilmente da ragazzo non sarebbe diventato un teppista di strada, e anche se lo fosse diventato e fosse andato in prigione, dopo uscito non avrebbe forse trovato quell’ ambiente povero e delinquenti nascosti che forse gli hanno proposto di riprendere i furti alle donne indifese, come alcuni di essi fanno abitual -mente e noi li sbattiamo in galera, sperando che non diventino peggiori come Stick e non combinino qualcosa di troppo grosso o irrimediabile. L’ ambiente fa l’ uomo mia cara. Noi poliziotti facciamo il nostro dovere e arrestiamo, sono poi i giudici che condannano o assolvono.
A proposito, hai spedito più quel bollettino di conto corrente dall’ ufficio postale di 20 dollari come facciamo ogni sei mesi per trovar lavoro ai giovani disoccupati di Frisco ?” – “L’ ho pagato questa mattina John, ma ora vieni a cena che si fredda.”

F I N E

(Giusepponi vincenzo)


 

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