Traverso lentamente l’infinita corsia
immersa in variopinti luoghi di fantasia
dove, quei personaggi, non andranno mai via.
Sul bianco letto un bimbo adesso è rannicchiato
muto, gambe incrociate, il capo è spelacchiato,
la donna al fianco suo un gioco gli ha passato.
Sorride a malapena finché vede arrivare
il clown che generoso con lui vuole giocare
e dunque il male ha il tempo di aspettare.
Sofferenza e dolore, l’infanzia par negata,
abbondanza d’impegni che non è tollerata
ma sono indispensabili: vita condizionata.
Eppure dentro gli occhi ci ho visto spesso forza,
sono pochi i momenti in cui essa si smorza,
invece lui combatte come la nave all’orza.
Lui va avanti così, dando il giusto valore
alle cose più semplici, non come chi ha vigore,
’ché il senso della vita conosce ben chi muore.
Cosi corrono i giorni finché giunge il momento,
se non è andato a casa c’è stato un triste evento,
è ingiusto: vita breve ricca di patimento.